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Nel secolo dei Lumi spicca il nome di Maria Gaetana Agnesi nelle discussioni sulla validità delle teorie newtoniane, sul calcolo infinitesimale di Leibniz e Newton, sull'istruzione femminile e sul ruolo della donna nell'indagine scientifica. Nel confronto a distanza con Algarotti, la scienziata milanese promuove un newtonianesimo, delle donne e non "per le donne", dai tratti marcatamente neostoici. La pubblicazione delle Instituzioni analitiche, che le procurò fama e prestigio in Europa, segnò poi una svolta. Ammirata da Goldoni e definita immortale da Pietro Verri, Agnesi volle costruire una propria identità di scienziata e di donna autonoma nella dimensione etica dell'impegno sociale e dell'esperienza di fede, influenzata dalla spiritualità teatina e dalla religiosità di Muratori.